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Nell’ambito del progetto “Réseau Tramontana” l’Associazione LEM-Italia ha condotto alcuni laboratori con gli studenti dell’Istituto Comprensivo di Montorio-Crognaleto.
L’ultimo di questi laboratori (2019) è stato realizzato all’interno del Modulo “ACQUA” del PON C.A.P.I.R.E. – CULTURA, ARTE, PAESAGGIO PER UNA IDENTITÀ REALE con Capofila l’I.I.S. Pascal-Comi-Forti Teramo. Il laboratorio ha portato alla proposta di una mappa interattiva arricchita dai contenuti sulla memoria orale montoriese legata all’acqua e in particolare al fiume Vomano, raccolti durante una “passeggiata toponomastica” a Montorio al Vomano.
Montorio al Vomano, in provincia di Teramo, è caratterizzata da una storia e da una cultura molto ricche. La presenza del fiume Vomano ha rappresentato per questa cittadina, posta all’ingresso del territorio del Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga, un’enorme risorsa.
Cliccando sulle icone colorate della mappa interattiva è possibile accedere ai contenuti multimediali, alcuni dei quali permettono di ascoltare alcuni passaggi delle interviste realizzate dagli studenti dell’Istituto a due testimoni privilegiati della memoria orale locale, il poeta montoriese Manlio Patriarca e la professoressa Dilva Panzone.
Grazie alla partecipazione delle due preziose guide, il gruppo di studenti è stato condotto in una “passeggiata toponomastica” attraverso il centro storico di Montorio al Vomano e sul lungofiume. Le principali tappe hanno riguardato tutti i punti legati alla presenza dell’acqua e all’uso che se ne faceva un tempo in paese.
Il 10 giugno 2019 si è partiti a piedi dalla scuola per raggiungere Piazza Orsini, dove il gruppo aveva appuntamento con la professoressa di Lettere Dilva Panzone, che, tra note storiche e ricordi della propria esperienza di vita, ha illustrato agli studenti l’architettura paesaggistica e urbana di Montorio al Vomano, che si presenta come un arco delimitato a est e ad ovest da due fontane e due torrenti, questi ultimi oggi completamente ricoperti. Parlando dell’origine dei primi insediamenti abitativi a Montorio sui tre principali colli (San Carlo, Santa Giusta, Santa Lucia) e dell’etimologia del toponimo “Montorio”, sono state ripercorse le principali vicende storiche che hanno interessato Montorio al Vomano e quindi anche il suo sviluppo urbano, con la costruzione della Chiesa di San Rocco in Piazza Orsini e il dislocamento del Convento degli Zoccolanti dal Colle San Carlo all’attuale centro storico, in Via Urbani.
Questa narrazione ha dato la possibilità di sottolineare la compresenza di una toponomastica popolare che ancora oggi affianca la toponomastica ufficiale, come, ad esempio, nel caso di Via Urbani, tutt’oggi chiamata comunemente “strada di sotto”.
Il percorso ha imboccato Via Urbani, di cui è stata illustrata la particolarissima architettura delle case e dei palazzi gentilizi che permette dall’interno di essi un accesso diretto al fiume Vomano, accesso altrimenti non possibile dal centro storico. La descrizione dell’architettura urbana ha consentito di evidenziare l’intima connessione tra la vita del paese e la presenza del fiume Vomano, del quale sono stati narrati i vari usi: domestici, ludici, professionali (soprattutto per quel che riguarda la possibilità di sfruttare l’energia idroelettrica, anticamente per la produzione di farina – ne sono ancora testimonianza i ruderi di due mulini siti lungo le rive del fiume Vomano, proprio a ridosso dei contrafforti che separano le abitazioni dall’immediato lungofiume – e oggi la presenza, nel comprensorio del bacino del Vomano, di diverse centrali di produzione di energia elettrica).
Il passaggio in Via dei Mulini ha condotto il gruppo in altri due punti importanti per la presenza dell’acqua, la Fonte Vecchia (un tempo detta dei Cappuccini), una fontana posta in uno vasto slargo adiacente all’antico mattatoio e ad uno degli antichi mulini di Montorio. Questa fonte conserva un mascherone, sovrastato da una conchiglia, da cui sgorga acqua destinata all’uso domestico, oltre a un lavatoio e a un abbeveratoio per gli animali. Poco distante da questa fontana si erge la cappella costruita per riparare la cona della Madonna del Ponte, sul ponte che attraversa il Vomano prima dell’uscita dal centro storico di Montorio. Questo ponte, edificato nel 1537, è stato protagonista di un evento di cui si tramanda memoria storica in paese: il 13 giugno 1944 il tempietto rimase miracolosamente intatto nonostante un bombardamento fece crollare l’intero ponte durante la ritirata dei tedeschi. La Madonna del Ponte, molto venerata in Montorio, è, insieme a San Rocco, la protettrice del paese. L’edicola della Cona del Ponte fu eretta con molta probabilità nel 1537 e fu ricostruita a seguito di una piena che l’aveva distrutta. La Cappella, che custodisce oggi la Cona, fu edificata nel 1872.
Da qui, riprendendo l’angolo di Via dei Mulini, attraverso una scala, si è discesi sul lungofiume, del quale sono stati narrati molteplici aneddoti legati sempre agli usi che del fiume venivano fatti in passato. L’acqua del fiume ha alimentato il lavoro dei mulini; il fiume ha rappresentato il punto di incontro per le donne che vi si ritrovavano numerose per lavare il bucato o per i giovani che vi si recavano soprattutto in estate per tuffarsi nell’acqua fresca e mettere alla prova le proprie abilità di nuotatori. Le sponde del fiume hanno altresì costituito per molte famiglie la “spiaggia montoriese” su cui regalarsi giornate balneari. La costruzione dei tre bacini (Lago di Campotosto, Lago di Provvidenza, Lago di Piaganini) e delle quattro centrali idroelettriche (San Giacomo, Provvidenza, Piaganini, Montorio al Vomano) del bacino imbrifero del Vomano ha costituito dagli anni ’30 agli anni ’60 del XX secolo un cantiere importante per l’Alta Valle del Vomano e in particolare per la città di Montorio, che nel corso di quei decenni ha goduto di una florida attività commerciale.
Dal lungofiume si è tornati nel cuore del centro storico attraversando Largo Rosciano per raggiungere così la Fontana della Conserva, dove il gruppo era atteso dall’anziano poeta montoriese Manlio Patriarca, le cui poesie in dialetto locale e dedicate ai principali luoghi e punti d’acqua di Montorio sono state oggetto di studio da parte degli studenti nell’ambito del Modulo “Acqua” del PON. Tra queste, “Lu Mmascarone de la fond’a vicchje”, “La Madonne de lu ponde”, “Humane”, “Rusciane”, “La strade de Sand’a Juste” e “Le spiagge de li pueverille”, tratte dalla raccolta di poesie in vernacolo dell’autore montoriese “Llu bbèlle Mendurje nustre”, Litotipografia Eco Editrice SG (TE), 1989.
Il poeta ha risposto alla domande degli studenti sulla Fontana del Mascherone e sulla propria esigenza di scrivere in dialetto montoriese sui luoghi di Montorio. Il poeta ha invitato i giovani montoriesi a prendersi cura del patrimonio linguistico di Montorio, per lui vero tesoro del paese insieme alla presenza del fiume e malta di coesione per la vita della comunità montoriese.